Cenni Storici Selva di Cadore e Val Florentina

Dalla Preistoria all'età moderna: Selva di Cadore e la Val Florentina

Ultima modifica 26 gennaio 2024

Le prime frequentazioni nella valle risalgono alla preistoria.
Importanti e unici ritrovamenti nella conca di Mondeval, che si trova a 2.150 metri di quota, sopra i nostri attuali villaggi di Santa Fosca e Pescul, documentano che, a partire dall’età mesolitica (circa 9200 anni fa), vi è stata un’assidua frequentazione di quest’area montana.
A questo proposito, nel 1987, durante una campagna di scavo archeologico, fu rinvenuta una fra le testimonianze più rilevanti del mesolitico in tutto l’arco alpino: la sepoltura di un cacciatore vissuto circa 7.500 anni fa, con un ricco corredo funerario costituito da manufatti in selce, in osso e corno di cervo, di uso quotidiano, per la caccia e di ornamento.
La sepoltura si trova oggi al Museo Civico della Val Fiorentina "Vittorino Cazzetta" a Selva, assieme ad altre testimonianze di periodi successivi di frequentazione nel nostro territorio.

L’antico paesaggio.

Circa 230 milioni di anni fa, all’inizio del periodo geologico chiamato triassico, in un ambiente marino di tipo tropicale con vari isolotti sparsi in grandi distese d’acqua, si formarono le nostre Dolomiti (il monte Pelmo, il Civetta, la Marmolada, ecc.).
Proprio il monte Pelmo ha restitutito le tracce di dinosauri triassici, nell’ormai famoso ritrovamento segnalato dal nostro valligiano Vittorino Cazzetta, che ha aperto, quasi una ventina d’anni fa, la strada alla conoscenza dei “dinosauri italiani”.
Il calco che riproduce il masso con le piste di questi antichissimi dinosauri si trova nella sala geologica del nostro museo.
All’epoca del cacciatore di Mondeval, la Val Fiorentina era tutta coperta da boschi, che si erano sviluppati dopo l’ultima glaciazione e raggiungevano una quota di almeno 200 metri superiore al limite attuale.
Qua e là le foreste, ricche di selvaggina, di frutti e di erbe eduli, erano intercalate da superfici prive di vegetazione arborea, a causa delle numerose frane, delle valanghe e delle periodiche esondazioni delle acque tumultuose dei torrenti.
Non c’erano i prati ed i pascoli dove ora sorgono i nostri villaggi.
Questo paesaggio rimase così per millenni.

Le origini di Selva di Cadore

Nella guida storico-alpina del Cadore di Ottone Brentari si legge ”In mezzo a fitte tenebre, che non ci lasciano scorgere splendida la verità, bisognerà, con ipotesi e congetture, accontentarsi di scoprire semplicemente il probabile per quanto riguarda l’origine del popolo del Cadore”. Di certo sappiamo che verso la seconda metà del IV-III millennio a.C., la valle fu abitata stagionalmente non soltanto da cacciatori, ma anche da pastori con greggi, come testimoniano i reperti (visitabili al museo) ritrovati nel riparo-abitazione di Mandriz, zona ubicata sopra il nostro villaggio di Toffol, a 1.600 metri di quota.
I pastori e le greggi, in numero sempre maggiore, usufruirono dei pascoli alti delle zone di Mondeval, passo Giau e passo Staulanza.
Chi furono quindi i primi abitanti di Selva di Cadore? Un cippo, forse confinario, preromano e con iscrizioni paleovenete, ritrovato sul monte Pore, in territorio del confinante paese di Colle Santa Lucia, fa supporre che il territorio fosse occupato da un popolo anteriore ai romani.
Di certo si ha un riscontro storico dell’appartenenza del territorio di Selva di Cadore al Municipium romano di Julium Carnicum (l’attuale paese di Zuglio in Carnia), nelle iscrizioni confinarie di epoca romana (I secolo a.C.) incise su roccia alla base del Monte Civetta, del Coldai e del Col di Davagnin, proprio sul nostro monte Fertazza.
Lo sfruttamento di tutta la nostra valle e dei suoi pascoli fu quindi dei pastori cadorini, essendo essa assegnata all’area degli Juliensis (Carnia e Cadore).

La storia

Solo dopo il X secolo il paese di Selva di Cadore ebbe consistenza e si formarono i primi veri insediamenti stabili che si svilupparono in gruppi di varie famiglie (le "vile") legate alla pastorizia ed ai boschi. Dopo la scoperta (o probabilmente la riscoperta) e sfruttamento delle miniere di ferro di Colle Santa Lucia, dette del Fursil, proprio ai confini con Selva, la valle ebbe un notevole impulso demografico.
In un antico documento del 1234 si menziona la chiesa di San Lorenzo (protettore dei carbonai) a Selva.In un’altra antica pergamena, datata 11 febbraio 1257, riguardante Selva di Cadore, si dice che “nel forno di Selva, davanti la casa di Giovanni […]”. Si sa così che alla metà del 1200 Selva aveva già una chiesa, un forno e delle case.
Lo sfruttamento intensivo delle miniere di ferro, a partire soprattutto dal XIV secolo, comportò quindi l’avvio di nuove attività in valle, come quella dei carbonai, dei fabbri e dei forni fusori.
Fino al 1420 i Cadorini, e quindi anche Selva, furono sotto il Patriarcato di Aquileia, ma da quell'anno aderirono alla Serenissima Repubblica di Venezia, che comunque lasciò loro un’ampia libertà di autogovernarsi attraverso le Regole.

 


Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?
1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?
1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot